Le origini della lingua italiana

1669 1685

 

 

 

Autore

Menage, Gilles

Titolo

Le origini della lingua italiana

Stampe

Prima edizione:

1669: Le origini della lingua italiana compilate dal s.re Egidio Menagio. In Parigi, appresso Sebastiano Mabre-Cramoisi (nella stamperia di Edmondo Martino).

 

Biblioteca dell’Accademia della Crusca – Firenze

 

Edizioni e ristampe:

1685 (seconda edizione): Le origini della lingua italiana compilate dal s.re Egidio Menagio, gentilhuomo francese. Colla giunta de’ modi di dire italiani, raccolti, e dichiarati dal medesimo. In Geneva, appresso Giovani Antonio Chouet.

 

Biblioteca dell’Accademia della Crusca - Firenze

 

Edizioni  esaminate

1669: prima edizione, in Parigi, appresso Sebastiano Mabre-Cramoisi;

1685: seconda edizione, in Geneva, appresso Giovani Antonio Chouet.

L’opera e il suo sommario

 

i edizione - sommario. Agl’illustrissimi signori, e padroni miei colendissimi, i signori Accademici della Crusca (cc. a2r-a4r); Delle parentele e amistà tra le lettere e del mutarsi che fanno d’una in altra (pp. 1-67); Degli avverbi finienti in mente (p. 68); Le origini della lingua italiana (pp. 69-946); Giunte, ed emendazioni (pp. 947-1071); Altre giunte ed emendazioni (p. 1071-90).

 

l’opera. Colpì immediatamente anche i contemporanei il fatto che il primo dizionario etimologico dell’italiano fosse realizzato da un francese: nel 1650 il Ménage aveva pubblicato un lavoro simile per il francese, cui, con ovvie differenze, egli rinvia in queste Origini, con autoreferenzialità in lui frequente. Molto considerati sono i rapporti dell’autore con la Crusca, che lo accoglie nel 1654 ma poi, durante la lunga gestazione del suo lavoro, vi entra in conflitto per il proposito di realizzare per prima un vocabolario etimologico. Ménage sollecita spesso l’invio di schede accordategli da parte del Redi e del Dati e, tra giochi diplomatici e astuzie editoriali, si arriva all’edizione del 1669, che forse peserà sull’abbandono del progetto della Crusca, troppo simile a questo del Ménage.

   L’opera, anche per il lemmario arricchito da nomi di piante, toponimi e patronimici, spesso travalica i limiti del genere e diventa una celebrazione della cultura letteraria e linguistica del suo autore, non a caso accusato talora di prolissità. Del linguista si apprezza, ad esempio, il tentativo di cercare sempre etimologie remote (come oggi si fa con l’indoeuropeo) o l’attenzione a cogliere forme onomatopeiche (“abbaiare”, “belare”, “bisbiglio”, “frullare”, “scroscio”). Dalle etimologie emerge la netta prevalenza di forme derivate dal latino – e Ménage è uno dei primi a cogliere questa diretta filiazione, anche se per esempio può apparire incauto quando s.v. “bigio” conclude: “È voce comune alle tre lingue sorelle, segno che l’origine è latina”. Seguono le etimologie dal greco (“attimo”-“atomos”, “maccheroni”-“makaria”), dal germanico – con cui intende tedesco, ma anche gotico, sassone, fiammingo, danese, inglese (“alabarda”, “albergo”, “baluardo”). Infine gli orientalismi: arabismi (“giulebbo”, “limone”), turchismi (“bergamotta”, “tulipa. Fiore. È vocabol Turchesco, così detto dalla similitudine del detto fiore con un turbante, copertura di capo, che hanno i Turchi [...]”), voci celtiche (“becco”, “brache”).

   Meritano un cenno le etimologie che al Ménage vengono fornite dal Redi: si tratta perlopiù di termini di medici e speziali (“dialtea. Erba, detta altrimenti malvavischio. Da althea Latino, anteposto D, come in diaspro, diamante, &c. ed inferto I, come in dieci, &c. e in diez, diente,  e diestra, vocaboli Spagnuoli”; e nelle giunte “bene. Il bene è quel seme, o frutto, simile alla nocciuola, da cui si cava oglio per servizio de’ Profumieri e si domanda volgarmente Olio di bene. Questa voce è derivata dalla voce ben, usata da’ Medici antichi in questo stesso significato di bene”); di forme cólte, per le quali il Redi fa generico riferimento al Ricettario fiorentino, a Galeno, Mesue, Avicenna (del Redi sono le etimologie di parecchi arabismi), Ippocrate, Plinio, Mattioli, il medico e botanico del Cinquecento Castor Durante; e infine di toscanismi (“bagiana [...] così chiamano gli Aretini le fave fresche, sgranate”; “ghezzo”).

 

ii edizione - sommario. [Dopo la lettera ai Cruscanti l’opera prosegue con:] Lettera del sr Dati al sr Menagio; Lettera dell’Accademia della Crusca al sr Egidio Menagio; il signor Ottavio Ferrari, nella prefazione delle sue Origini Italiane; il signor Cardinale Giulio Rospigliosi, che fù Papa Clemente IX, in una sua lettera latina al signor Sorberio (cc. nn.). [Poi continua come la prima edizione con i capitoli “Delle parentele” e le “Origini” e quindi aggiunge:] Giunta alle precedenti origini fatta dall’autore stesso (pp. 505-19); Modi di dire italiani, raccolti, e dichiarati dal Sre Egidio Menagio Gentilhuomo Francese (con numerazione nuova: pp. 3-33); Giunta (p. 34); Tavola de’ capitoli (cc. E2r-E2v); Etimologie d’alcuni vocaboli greci, riferite nelle precedenti Origini della lingua italiana (cc. E3r-E4r); Etimologie d’alcuni vocaboli latini, riferite nelle precedenti Origini della lingua italiana (cc. E4v-F4r); Etimologie d’alcuni vocaboli spagnoli, riferite nelle precedenti Origini della lingua italiana (cc. F4v-G1v); Etimologie d’alcuni vocaboli francesi, riferite nelle precedenti Origini della lingua italiana (cc. G2r-G4r); Errata (G4v-H3r); Errata per modi di dire (c. H3v).

 

l’opera. Dopo l’uscita delle Origines del Ferrari del 1676, la seconda edizione, progettata dal 1681, iniziata nel 1682 ed edita due anni dopo, non può non tener conto del nuovo concorrente con frequenti espliciti disaccordi (“guattaro. guattero. [...] Dal Tedesco Water, che vale acqua, come se si dicesse acquarius. [...] Da acquarius, il Sr. Ferrari. Non si può”; “lonza. Pantera; o pardo, o lupo cerviere. Da Lynx lyncis, lyncius, lyncia, luncia, lunza, lonza. [...] Sopra questa nostra osservazione dice così il Sr. Ferrari: lonza. lea: leo femina quasi leonizia, lonza. Menagius, pro panthera: [...]. S’inganna il Sr. Ferrari, dicendo che lonza vaglia lione femmina”) e rari accordi, almeno nelle dichiarazioni degli articoli.

   Da romanista accorto il Ménage  aggiunge anche quattro indici dall’italiano per le forme greche, latine, francesi e spagnuole citate, di cui ripete le etimologie. L’opera è accresciuta anche di un trattato di fonetica, in cui si registra un tentativo di classificare fenomeni fonetici di greco, latino e lingue romanze.

 

Nota bibliografica

Zeno - Fontanini 1753: 86; Zehnder 1938: passim; Vitale 1984: 161; Marazzini 1989: 49-65; Marazzini 1993: 197-201; Leroy-Turcan 1998: 145-60.