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Nato a
Ferrara, dopo gli studi presso i gesuiti a Novellara, nel 1625 pronunciò i voti
nella Compagnia di Gesù a Piacenza e compiuto il triennio di filosofia a
Parma, vi insegnò retorica per quattro anni. Nel 1633 cominciò a studiare
teologia prima a Milano e poi a Bologna dove, grazie all'insegnamento del
teologo Riccioli, maturò quell'interesse e curiosità per lo studio dei
fenomeni naturali che negli ultimi anni della sua vita si concretizzò nella
stesura di tre trattati scientifici. Pur desiderando dedicarsi all'attività
missionaria, i superiori lo indirizzarono in un primo momento all'insegnamento
e in seguito alla predicazione,
attività che condusse con grande fervore in molte città italiane. Nominato
storico della Compagnia di Gesù, gli venne assegnata come dimora stabile la
casa dei professi a Roma e lì a partire dal 1647, anno in cui gli venne
definitivamente proibita la predicazione, visse stabilmente per quarant’anni
dedicandosi a opere intellettuali. Fu scrittore versatile e operosissimo;
oltre alle sue prediche (andate perdute in un naufragio nel gennaio del
1646), scrisse opere di argomento grammaticale (Il torto e il diritto del non si può [pubblicato a Roma nel 1655
con lo pseudonimo di Ferrante Longobardi] e Dell'ortografia italiana [ivi 1670]), di morale (Dell'uomo di lettere difeso e emendato
[ivi 1645], di carattere scientifico e una monumentale Istoria della Compagnia di Gesù. Bibliografia:
Asor
Rosa 1964: VI, 563-571;
LUI 1968-81: II, 688;
Bartoli 1977: XII-XIII;
Renaldo 1979;
Bartoli 1982:
15;
LIE Autori 1982-91: I, 190-91;
Scotti 1986: I, 227-29;
Bartoli 1994: 83-86;
Bonomi 1998c: 56-58 |