Il torto e il diritto del non si può

1655 1671

 

 

 

Nato a Ferrara, dopo gli studi presso i gesuiti a Novellara, nel 1625 pronunciò i voti nella Compagnia di Gesù a Piacenza e compiuto il triennio di filosofia a Parma, vi insegnò retorica per quattro anni. Nel 1633 cominciò a studiare teologia prima a Milano e poi a Bologna dove, grazie all'insegnamento del teologo Riccioli, maturò quell'interesse e curiosità per lo studio dei fenomeni naturali che negli ultimi anni della sua vita si concretizzò nella stesura di tre trattati scientifici. Pur desiderando dedicarsi all'attività missionaria, i superiori lo indirizzarono in un primo momento all'insegnamento e in seguito alla  predicazione, attività che condusse con grande fervore in molte città italiane. Nominato storico della Compagnia di Gesù, gli venne assegnata come dimora stabile la casa dei professi a Roma e lì a partire dal 1647, anno in cui gli venne definitivamente proibita la predicazione, visse stabilmente per quarant’anni dedicandosi a opere intellettuali. Fu scrittore versatile e operosissimo; oltre alle sue prediche (andate perdute in un naufragio nel gennaio del 1646), scrisse opere di argomento grammaticale (Il torto e il diritto del non si può [pubblicato a Roma nel 1655 con lo pseudonimo di Ferrante Longobardi] e Dell'ortografia italiana [ivi 1670]), di morale (Dell'uomo di lettere difeso e emendato [ivi 1645], di carattere scientifico e una monumentale Istoria della Compagnia di Gesù.

Bibliografia: Asor Rosa 1964: VI, 563-571; LUI 1968-81: II, 688; Bartoli 1977: XII-XIII; Renaldo 1979; Bartoli 1982: 15; LIE Autori 1982-91: I, 190-91; Scotti 1986: I, 227-29; Bartoli 1994: 83-86; Bonomi 1998c: 56-58