Leopoldo de' Medici fu eletto accademico di Crusca il 17 aprile 1641 e ne divenne il protettore, sostenendo, non solo economicamente, i lavori di redazione della terza impressione del Vocabolario (1691). Fino al 1643 ebbe come nome accademico l'Assonnato con un'impresa raffigurante "un cavallo sopra un letto di paglia" e il motto "Da giacer sicuro (D.C. Purg. XIX, 79); dal 1643 al 1651 si chiamò Adorno con una seconda impresa "una corone di spighe" e il motto "Ché s'acquista ben pregio, altro che d'armi" (Petrarca, T.M. 3.3.). Il 9 marzo 1651 presentò la nuova impresa (approvata il 15 dello stesso mese) raffigurante della "farina cascante sotto la macina" col motto "Per lo perfetto loco onde si preme" (D.C. Purg. XXV, 48) e assunse il nome accademico di Candido. 
Fu reggente delle Adunanze generali del 1650 e del 1663 e, in particolare nella prima, fu importante animatore e sostenitore dell'urgenza di riprendere in maniera sistematica i lavori per la redazione della terza impressione del Vocabolario.
Proprio in quella occasioni furono suddivisi i diversi ambiti di ricerca tra gli accademici e Leopoldo fu incaricato di raccogliere terminologia architettonica, militare e nautica, come testimonia una nota autografa in cui egli stesso aveva appuntato il compito assegnatogli.

Dalle carte conservate nell'Archivio storico dell'Accademia della Crusca risulta immediatamente evidente l'interesse di Leopoldo per la terminologia tecnica, la sua precisione nel segnalare ogni parola che potesse avere accezioni non usuali in ambiti professionali specifici e i suoi frequenti riferimenti alle prime due edizioni del Vocabolario della Crusca per stabilire quale fosse stato il trattamento delle stesse voci da parte degli accademici che lo avevano preceduto. Leopoldo, nella ricerca terminologica, riuscì a trasferire il metodo estremamente innovativo e moderno, già adottato nella sua attività di collezionista d'arte e che prevedeva la raccolta di testimonianze dirette attraverso questionari rivolti ad artigiani, la selezione dei termini indicanti attrezzi e operazioni di bottega, e l'ordinamento delle voci non solo alfabeticamente, ma per discipline e settori produttivi. La terminologia marinaresca è senza dubbio quella più rappresentata ed indagata all'interno delle carte leopoldiane, ma è probabile che lo stesso Leopoldo avesse consegnato il materiale relativo alla terminologia architettonica a Filippo Baldinucci che lo avrebbe utilizzato per la compilazione del suo Vocabolario toscano dell'arte del disegno. 
Ma nonostante l'impegno innovatore dimostrato dal Principe, l'intento degli accademici esplicitamente riaffermato nell'avvertenza 'A lettori che apre la terza impressione del Vocabolario, restò quello di escludere la terminologia tecnica dal repertorio delle voci scelte, col progetto di realizzare un Nomenclatore, quindi un'opera a parte, distinta dal Vocabolario, che raccogliesse questo tipo di materiale. 
È comunque innegabile che qualcosa del lavoro di Leopoldo riuscì a filtrare nelle pagine del Vocabolario e prova ne sono i numerosi casi di voci nuove prive di esempio d'autore o l'aggiunta di qualche accezione in coda a voci già esistenti nelle precedenti edizioni.