Le carte contenenti le voci raccolte da Leopoldo de' Medici sono conservate nell'Archivio storico dell'Accademia della Crusca e sono state ordinate dall'accademica Severina Parodi che ha cercato di mantenere, dove era possibile, l'indicazione della classificazione originaria. Una parte delle carte riporta l'antica denominazione Carte Card. Leopoldo (già n. XXI Ant. Inv.) e costituisce una raccolta composta di cinque inserti segnati con la denominazione "classe I", "classe II", "classe III", "classe IV" e "classe V": all'interno delle classi ogni carta o fascicolo riporta una numerazione araba progressiva e l'indicazione della fonte viene realizzata indicando la classe (Cl. e numero romano) e il numero della carta o fascicolo. Un altro insieme di carte sparse, denominato Parole è stato raccolto in una scatola e suddiviso in cartelle numerate (da 1 a 24): per indicare la fonte delle parole contenute in questi fascicoli si usa la dizione Parole seguita dal numero della cartella. Un'altra parte del materiale raccolto da Leopoldo si trova poi all'interno di alcuni codici di Osservazioni e Spogli per la compilazione delle prime tre impressioni del Vocabolario della Crusca e, precisamente, nei Cod. III, IV, V, IX, XIV: in questi casi la fonte riporta il numero romano del codice e di seguito il numero della pagina (in numeri arabi e senza distinzione per recto e verso).
Le carte sono state trascritte fedelmente riportando tutti i termini contenuti, anche nei casi di ripetizione della stessa parola in più carte, e gli eventuali commenti o annotazioni.
Forme e lemmi: ogni forma presente nelle carte è stata lemmatizzata seguendo il criterio tradizionale per cui i sostantivi sono al singolare, gli aggettivi al maschile singolare e i verbi all'infinito. Nei casi in cui la forma lemmatizzata non trovi alcun riscontro nell'intero corpus, è stata asteriscata per segnalarne la ricostruzione: sono, ad esempio, frequenti i casi di sostantivi che ricorrono nel corpus soltanto al plurale, per cui il lemma singolare risulterà ricostruito.
Le forme e i commenti relativi possono essere autografi (di mano di Leopoldo) o non autografi (di mano di copista) e anche questa distinzione è stata segnalata.
In base ai commenti sono stati previsti dei rimandi ad altre forme presenti nel corpus che abbiano attinenza con la voce di riferimento.
Per ogni forma è stata eseguita una ricerca sui vocabolari a cominciare dalle prime tre edizioni del Vocabolario della Crusca: se la voce è stata rintracciata nella Crusca si trovano le indicazioni Cr I, Cr II, Cr III; sono state segnalate con la dizione "senza es." quelle voci di cui si trova attestazione nella terza impressione (che naturalmente è quella di riferimento, visto che le raccolte lessicali di Leopoldo miravano all'arricchimento di quella edizione) senza però alcun corredo di esempi, segno che si tratta di una voce d'uso, di cui però non sono state trovate attestazioni d'autore. Questo gruppo di voci è corredato anche da immagini, cioè si può accedere alla riproduzione della voce e visualizzare la pagina del Vocabolario per leggere direttamente la definizione. Sono state poi consultate anche le ultime due edizioni della Crusca (segnalate con Cr IV e Cr V).
Per i lemmi non rintracciati nella Crusca, la ricerca è proseguita su altri dizionari storici, primo fra tutti il Tommaseo-Bellini (1865-1879) fino ad arrivare al Grande Dizionario della lingua italiana indicato GDLI (1961-). La ricerca è poi stata allargata a dizionari tecnici e dialettali per le voci non rintracciate nei dizionari storici e per quelle di ambito strettamente tecnico (per lo più termini marinareschi) è stata riportata anche la definizione.