Sommario e contenuto dell’opera
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L’opera
non ha indice generale né analitico. Si articola in cinque paragrafi
intitolati rispettivamente De’ Nomi (suddiviso a sua volta in Regola
Prima, Regola Seconda, Regola Terza, Regola Quarta), De’ Pronomi,
Degli Articoli, De’ Verbi, Degli Avverbi. Alla descrizione delle
suddette questioni grammaticali, molto succinta, segue l’esposizione delle
forme verbali in una sorta di appendice intitolata ‘Declinazione de’
Verbi’, nella quale si danno la declinazione dei verbi essere, avere, amare, temere, sentire,
la ‘Declinazione di alcuni verbi anomali’ (cioè dare, stare, cadere, parere, sapere,
sedere, tenere, dovere, potere, solere, volere, vedere, capere/capire),
gli ‘Anomali del secondo ordine’ (cioè fare, dire, porre, sciogliere, correre, togliere,
volgere, addurre, spegnere, conoscere, bere), gli ‘Anomali della
terza’ (cioè aprire,
salire, venire, morire, udire, uscire), i ‘verbi terminanti in isco’ (nutrisco, chiarisco, languisco),
la ‘Declinazion del verbo composto di andare,
ire, gire’, e la ‘Declinazion de’ verbi impersonali’, ad esempio amarsi, temersi,
sentirsi.
Si noti
che nel titolo dell’opera completo si legge: Osservazioni intorno al
parlare e scriver toscano, di Giambatista Strozzi. Declinazione de’ verbi
di Benedetto Buommattei. E ‘l sunto della favellatoria di Francesco
Cionacci, ma la seconda parte attribuita al Buommattei non è distinta
tipograficamente.
All’Illustriss.
Sig. e Padr. Col. il Sig. Avvoc.to Agostino Coltellini [‘già Consolo dell’Accadem.
Fiorentina, e oggi Luogotenente del Sereniss. Granduca di Toscana in quella
degli Apatisti’ dallo stampatore; datata 9 maggio 1679] (pp. 3-4);
De’ nomi: Regola prima; Regola seconda;
Regola terza; Regola quarta [sul genere e il numero dei nomi] (pp. 5-10);
De’
pronomi [sull'uso dei
pronomi personali e su distinzioni tra 'questo', 'costui', 'questi'.
Inoltre propone alcune norme anche su 'altrui', 'cui', 'due', 'gliele' e
simili] (pp. 11-15);
Degli
articoli [sugli articoli
'il', 'lo', 'la' e le loro combinazioni con alcune preposizioni semplici]
(pp. 16-18);
De’ verbi [sulle
quattro coniugazioni] (pp.
18-24);
Degli
avverbi [poiché 'sarebbe
cosa lunga, e a sproposito al presente il voler parlare' di tutti gli
avverbi, si sofferma, tra gli altri, su 'mai', 'presto' e sugli aggettivi
usati come avverbi] (pp. 24-28);
Declinazione
de’ verbi: Declinazione del
verbo essere; Declinazione del
verbo avere; "Si potrà
vedere in una semplice occhiata tempo per tempo le differenze delle voci
de’ verbi, assicurando lo studioso che il dire altrimenti sarà sempre
errore"; Declinazione di alcuni verbi anomali; Anomali del secondo
ordine; Declinazion degli anomali della terza; Declinazion de’ verbi impersonali
(pp. 29-84).
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Apporto generale dell’opera
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Obiettivo dell’autore e tipo
di grammatica: Come dichiara l’Autore in un paragrafo introduttivo, l’opera è
volutamente breve per contrapporsi ai trattati lunghi che ‘o sbigottiscono,
o non così facilmente si mandano alla memoria’, ma dovrebbe comunque essere
utile perché ‘gli errori che s’avvertiscono quì non son pochi, nè di poca
importanza’.
Interessi specifici:
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Innovazioni terminologiche: La teminologia è tradizionale e
comprende anche il ricorso a quella latina per quanto riguarda i casi.
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Corpus di esempi: Gli esempi sono tratti da opere
di Dante, Petrarca e Boccaccio.
Interesse generale:
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Influenza subita: Strozzi
nomina l’opera del Castelvetro, di cui ricorda l’uso di ‘vicenomi’ per
‘pronomi’, del Bembo, di cui discute talvolta
l’eccessiva sottigliezza, ma che sostanzialmente segue, e del Fortunio.
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Influenza esercitata: La grammatica dello Strozzi fu grandemente apprezzata
dal cruscante Carlo Dati (che la pubblicò insieme al suo Discorso
dell'obbligo di ben parlar la propria lingua nel 1657, cfr Trabalza
1908: 335n), sostenitore della necessità di regole fondate
sull’imitazione dei grandi trecentisti: posizione assunta appunto anche
dallo Strozzi.
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