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Autore
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Camillo, Giulio
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Titolo
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Grammatica
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Stampe
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Prima edizione:
1552: Di
Giulio Camillo Tutte le opere. In Vinegia, appresso Gabriel
Giolito de Ferrari, et fratelli.
Biblioteca
Marucelliana - Firenze
Biblioteca Nazionale Centrale
- Firenze
Edizioni e
ristampe:
1554: Tutte
le opere. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, et fratelli.
Biblioteca di Lettere e
filosofia - Firenze
1560: Opere
di Giulio m. Camillo. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari.
Biblioteca
Nazionale Centrale - Firenze
Biblioteca
del Seminario arcivescovile maggiore - Firenze
1566: Tutte
l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi].
In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca
di Lettere e filosofia - Firenze
1567: Tutte
l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi].
In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca
Riccardiana - Firenze
Biblioteca
di lettere e filosofia - Firenze
1568: Tutte
l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi].
In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca Riccardiana - Firenze
1579: L’Opere
di M. Giulio Camillo. In Vinegia, appresso Domenico Farri.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca - Firenze
1580: Tutte
l’opere di Giulio Camillo Delminio. In Vinegia, appresso Giovanni,
& Gio. Paolo Giolito de’ Ferrari.
Biblioteca
Nazionale Centrale - Firenze
1581: Tutte
l’opere di Giulio Camillo Delminio. In Vinegia, appresso Giovanni,
& Gio. Paolo Giolito de’ Ferrari.
1584: L’opere
di Giulio Camillo. In Vinegia, appresso Alessandro Griffo.
Biblioteca
Nazionale Centrale - Firenze
1584: L’opere
di Giulio Camillo. In Venetia, appresso Fabio, & Agostino Zoppini.
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Edizioni
esaminate
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1579: in
Vinegia, appresso Domenico Farri.
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Sommario e contenuto dell’opera
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L’opera si articola in 17 capitoli dedicati alla
morfologia del nome, dell’articolo e del pronome (dei quali si esamina
maschile, femminile, singolare, plurale) a quella del verbo (che si apre
con un esame delle diverse coniugazioni e dei verbi irregolari di ciascuna
di esse), agli avverbi (con un elenco delle forme latine e un indagine su ne,
ci e vi).
Infine, sotto il titolo di Regola et modo per
alfabeto, l’autore propone un quadro delle possibili evoluzioni delle lettere
dell’alfabeto.
SOMMARIO
Edizione 1579
[Contenuto in L’opere M. Giulio Camillo].
Sul nome: Delli nomi in A; Delli nomi in E;
Delli nomi in O [Dopo aver indicato che ‘qualunque nome appellativo,
levandone alcuni proprij, che nel numero del meno terminano in I, si come
Giovanni’, illustra le diverse uscite, al singolare e al plurale, dei nomi]
(pp. 123-27);
De gli
articoli [‘il nome maschio
desidera sempre inanzi haver nel singolare numero un di questi Il, o Lo’ a seconda della lettera
iniziale della parola che segue. Illustra poi le forme plurali degli
artocli (‘I. E. IL. GLI’): ‘ne sono però sempre le dette particole di
chiamare articoli, percioche servono alle volte per segni relativi et per pronomi’] (pp. 127-29);
Delli
pronomi [sui pronomi
personali e sull’uso di ‘lui, lei, loro, cui, altrui’, che ‘non mai nel
diritto caso, posti co verbi si trovano, salvo che li due primi, che talhor
col sostantivo verbo s’accompagnano, si come appresso il Petr. E ciò che
non è lei’] (pp. 129-32);
Delli
Verbi: [Prima
coniugazione] Verbi irregolari; Della seconda congiugatione, Verbi
irregolari; Della terza congiugatione; Quarta congiugatione; Verbi
irregolari; Del verbo in che gli attivi si risolvono; Verbo in che li
passivi si risolvono (pp. 132-43);
Adverbi [elenca numerosi avverbi e si
sofferma in particolare su ‘ne’, ‘ci’, ‘vi’] (pp. 143-44);
Regola et
modo per alfabeto [elenco,
ordinato alfabeticamente, di alcune varizioni grafiche o fonetiche] (pp.
144-49).
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Apporto generale dell’opera
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Obiettivo dell’autore e tipo di grammatica: L’autore intende descrivere la grammatica del
volgare sulla base dell’uso dei grandi trecentisti, in particolare di
Boccaccio, ricorrendo a un costante confronto con il latino.
La
trattazione poco sistematica e talvolta farraginosa lo avvicina ad altri
grammatici contemporanei, come per esempio l’Acarisio,
autori di ‘zibaldoni tra lessicali e grammaticali espositivi quali eran
richiesti dai bisogni di chi s’introduce nello studio e nel culto del
volgare con la guida di Bembo’ (Trabalza 1908: 118). Notevole tuttavia è lo
sforzo dell’autore di descrivere minuziosamente i punti grammaticali più
controversi, ricorrendo a un’ampia esemplificazione, e proponendo nuove
ipotesi etimologiche, come avviene per esempio per gli articoli plurali:
‘Hanno gli sopradetti articoli Il et Lo per loro plurali queste quattro voci
I. E. LI. GLI. Benche io mi creda il secondo, essere nato per la mutatione
et affinitate di I. et E. come appare in questa voce disio, et desio et
all’ultimo vi si aggiunge G. quasi per imitatione Greca, li quali ogni
volta, che dopo L seguita I. per G. li pronunciano’.
Interessi specifici:
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Innovazioni
terminologiche: Nell’ultimo capitolo ‘Regola et modo per
alfabeto’ considera anche le lettere K, X, Y: della prima sostiene che ‘non
s’usa, benche Karolo et kadetto habbiamo, et kalendo, et kalumnie’, della X
che ‘si cangia in uno s, especto espetto, in due, dixi dissi’, della Y che
‘Toscani mai non l’usano, et pochi altri, che in volgar lingua scrivono’.
-
Corpus
di esempi: Gli esempi sono letterari, tratti da Dante, Petrarca e
Boccaccio, ma non mancano esempi coniati dallo stesso autore. Nel capitolo
‘De gli articoli’ si legge infatti ‘non sarebbe da dire, El signor Datario
è giovane. Ma, Il Papa, e’l signor Datario sono gioveni’.
Interesse generale:
Scarse
sono le notizie relative all’opera di Giulio Camillo, citato dal Trissino
(che lo ritiene uno dei primi osservatori delle Regole del volgare)
nel Castellano a proposito dell’insegnamento grammaticale di area padovana:
‘de la Marca Trivigiana [...], vennero nella nostra età le prime
osservazioni e le prime regole de la lingua di lui [Petrarca], cominciatesi
ad osservare in Padova per m. Giovan Aurelio da Rimene, e poi seguite per
m. Pietro Bembo, per m. Trifon Gabriele, per m. Gianfrancesco Fortunio, per
m. Nicolò Dolfin, per il Fracastoro, per Giulio Camillo e per altri di quel
paese ch’io non nomino’ (Trabalza 1908: 93). Segue pertanto, in base alle
dichiarazioni del Trissino, l’uso dei sommi trecentisti.
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Influenza
subita: La Grammatica si inserisce nella scia di Bembo,
al quale Giulio Camillo si richiama soprattutto nelle parti dedicate ai pronomi,
alle particelle pronominali e agli articoli, ma richiama anche Fortunio
per la trattazione alfabetica del vocalismo e consonantismo, e Accarisio
per i verbi e per gli avverbi, di cui dà le forme latine. Costante è il
riferimento delle forme volgari alle corrispondenti latine.
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Influenza esercitata: Viene
ricordato da Orazio Lombardelli nei Fonti toscani (pp. 46-47) fra
gli ‘autori della teorica di nostra lingua’, cioè fra coloro ‘i quali ci
insegnano, come si debbia parlare, e scriver lodevolmente, con regole,
avvertimenti, e precetti di Grammatica, di Rettorica e di Dialettica,
guidati anco talora, e praticati per via di Istorie e con ragioni, prese
dalla Filosofia, e d’altronde’, a proposito della promessa (poi non
mantenuta) di redigere un vocabolario. Della Grammatica si
avrà una ristampa nel sesto tomo, intitolato Della favella nobile d’Italia, della raccolta degli Autori del buon parlare.
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Nota bibliografica
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Trabalza 1908: 47-48, 93, 124, 282, 318;
Stabile 1974: XVII, 218-30;
Floriani 1980: 163-73;
Marazzini 1993: 108, 168; Patota 1993: 131.
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