Grammatica

1579

 

Autore

Camillo, Giulio

Titolo

Grammatica

Stampe

Prima edizione:

1552: Di Giulio Camillo Tutte le opere. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, et fratelli.

Biblioteca Marucelliana - Firenze

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

Edizioni e ristampe:

1554: Tutte le opere. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, et fratelli.

Biblioteca di Lettere e filosofia - Firenze

1560: Opere di Giulio m. Camillo. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari.

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

Biblioteca del Seminario arcivescovile maggiore - Firenze

1566: Tutte l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi]. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

Biblioteca di Lettere e filosofia - Firenze

1567: Tutte l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi]. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

Biblioteca Riccardiana - Firenze

Biblioteca di lettere e filosofia - Firenze

1568: Tutte l'opere di Giulio Camillo Delminio [ricorrette da Thomaso Porcacchi]. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

Biblioteca Riccardiana - Firenze

1579: L’Opere di M. Giulio Camillo. In Vinegia, appresso Domenico Farri.

Biblioteca dell’Accademia della Crusca - Firenze

1580: Tutte l’opere di Giulio Camillo Delminio. In Vinegia, appresso Giovanni, & Gio. Paolo Giolito de’ Ferrari.

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

1581: Tutte l’opere di Giulio Camillo Delminio. In Vinegia, appresso Giovanni, & Gio. Paolo Giolito de’ Ferrari.

1584: L’opere di Giulio Camillo. In Vinegia, appresso Alessandro Griffo.

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

1584: L’opere di Giulio Camillo. In Venetia, appresso Fabio, & Agostino Zoppini.

 

Edizioni  esaminate

1579: in Vinegia, appresso Domenico Farri.

Sommario e contenuto dell’opera

L’opera si articola in 17 capitoli dedicati alla morfologia del nome, dell’articolo e del pronome (dei quali si esamina maschile, femminile, singolare, plurale) a quella del verbo (che si apre con un esame delle diverse coniugazioni e dei verbi irregolari di ciascuna di esse), agli avverbi (con un elenco delle forme latine e un indagine su ne, ci e vi).

Infine, sotto il titolo di Regola et modo per alfabeto, l’autore propone un quadro delle possibili evoluzioni delle lettere dell’alfabeto.

 

SOMMARIO Edizione 1579 [Contenuto in L’opere M. Giulio Camillo].

 

Sul nome: Delli nomi in A; Delli nomi in E; Delli nomi in O [Dopo aver indicato che ‘qualunque nome appellativo, levandone alcuni proprij, che nel numero del meno terminano in I, si come Giovanni’, illustra le diverse uscite, al singolare e al plurale, dei nomi] (pp. 123-27);

 

De gli articoli [‘il nome maschio desidera sempre inanzi haver nel singolare numero un di questi  Il, o Lo’ a seconda della lettera iniziale della parola che segue. Illustra poi le forme plurali degli artocli (‘I. E. IL. GLI’): ‘ne sono però sempre le dette particole di chiamare articoli, percioche servono alle volte  per segni relativi et per pronomi’] (pp. 127-29);

 

Delli pronomi [sui pronomi personali e sull’uso di ‘lui, lei, loro, cui, altrui’, che ‘non mai nel diritto caso, posti co verbi si trovano, salvo che li due primi, che talhor col sostantivo verbo s’accompagnano, si come appresso il Petr. E ciò che non è lei’] (pp. 129-32);

 

Delli Verbi: [Prima coniugazione] Verbi irregolari; Della seconda congiugatione, Verbi irregolari; Della terza congiugatione; Quarta congiugatione; Verbi irregolari; Del verbo in che gli attivi si risolvono; Verbo in che li passivi si risolvono (pp. 132-43);

 

Adverbi [elenca numerosi avverbi e si sofferma in particolare su ‘ne’, ‘ci’, ‘vi’] (pp. 143-44);

 

Regola et modo per alfabeto [elenco, ordinato alfabeticamente, di alcune varizioni grafiche o fonetiche] (pp. 144-49).

 

Apporto generale dell’opera

Obiettivo dell’autore e tipo di grammatica: L’autore intende descrivere la grammatica del volgare sulla base dell’uso dei grandi trecentisti, in particolare di Boccaccio, ricorrendo a un costante confronto con il latino.

La trattazione poco sistematica e talvolta farraginosa lo avvicina ad altri grammatici contemporanei, come per esempio l’Acarisio, autori di ‘zibaldoni tra lessicali e grammaticali espositivi quali eran richiesti dai bisogni di chi s’introduce nello studio e nel culto del volgare con la guida di Bembo’ (Trabalza 1908: 118). Notevole tuttavia è lo sforzo dell’autore di descrivere minuziosamente i punti grammaticali più controversi, ricorrendo a un’ampia esemplificazione, e proponendo nuove ipotesi etimologiche, come avviene per esempio per gli articoli plurali: ‘Hanno gli sopradetti articoli Il et Lo per loro plurali queste quattro voci I. E. LI. GLI. Benche io mi creda il secondo, essere nato per la mutatione et affinitate di I. et E. come appare in questa voce disio, et desio et all’ultimo vi si aggiunge G. quasi per imitatione Greca, li quali ogni volta, che dopo L seguita I. per G. li pronunciano’.

 

Interessi specifici:

 

-          Innovazioni terminologiche: Nell’ultimo capitolo ‘Regola et modo per alfabeto’ considera anche le lettere K, X, Y: della prima sostiene che ‘non s’usa, benche Karolo et kadetto habbiamo, et kalendo, et kalumnie’, della X che ‘si cangia in uno s, especto espetto, in due, dixi dissi’, della Y che ‘Toscani mai non l’usano, et pochi altri, che in volgar lingua scrivono’.

 

-          Corpus di esempi: Gli esempi sono letterari, tratti da Dante, Petrarca e Boccaccio, ma non mancano esempi coniati dallo stesso autore. Nel capitolo ‘De gli articoli’ si legge infatti ‘non sarebbe da dire, El signor Datario è giovane. Ma, Il Papa, e’l signor Datario sono gioveni’.

 

Interesse generale: Scarse sono le notizie relative all’opera di Giulio Camillo, citato dal Trissino (che lo ritiene uno dei primi osservatori delle Regole del volgare) nel Castellano a proposito dell’insegnamento grammaticale di area padovana: ‘de la Marca Trivigiana [...], vennero nella nostra età le prime osservazioni e le prime regole de la lingua di lui [Petrarca], cominciatesi ad osservare in Padova per m. Giovan Aurelio da Rimene, e poi seguite per m. Pietro Bembo, per m. Trifon Gabriele, per m. Gianfrancesco Fortunio, per m. Nicolò Dolfin, per il Fracastoro, per Giulio Camillo e per altri di quel paese ch’io non nomino’ (Trabalza 1908: 93). Segue pertanto, in base alle dichiarazioni del Trissino, l’uso dei sommi trecentisti.

 

-          Influenza subita: La Grammatica si inserisce nella scia di Bembo, al quale Giulio Camillo si richiama soprattutto nelle parti dedicate ai pronomi, alle particelle pronominali e agli articoli, ma richiama anche Fortunio per la trattazione alfabetica del vocalismo e consonantismo, e Accarisio per i verbi e per gli avverbi, di cui dà le forme latine. Costante è il riferimento delle forme volgari alle corrispondenti latine.

 

-          Influenza esercitata: Viene ricordato da Orazio Lombardelli nei Fonti toscani (pp. 46-47) fra gli ‘autori della teorica di nostra lingua’, cioè fra coloro ‘i quali ci insegnano, come si debbia parlare, e scriver lodevolmente, con regole, avvertimenti, e precetti di Grammatica, di Rettorica e di Dialettica, guidati anco talora, e praticati per via di Istorie e con ragioni, prese dalla Filosofia, e d’altronde’, a proposito della promessa (poi non mantenuta) di redigere un vocabolario. Della Grammatica si avrà una ristampa nel sesto tomo, intitolato Della favella nobile d’Italia, della raccolta degli Autori del buon parlare.

 

Nota bibliografica

Trabalza 1908: 47-48, 93, 124, 282, 318; Stabile 1974: XVII, 218-30; Floriani 1980: 163-73; Marazzini 1993: 108, 168; Patota 1993: 131.