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Umanista dalmata (fu discepolo dell’illustre
Marcantonio Sabellico), si dilettò tra l’altro di poesia e quale uomo di
legge, dal 1497 al 1499 ricoprì numerose cariche pubbliche a Trieste: fu giudice
di cause civili e penali, vicario e luogotenente della città, giurisperito, e
in seguito (1509-10) membro del Consiglio dei patrizi. A Venezia fra il
1501-02 prese parte alla polemica tra l’Egnazio e il Sabellico, in favore del
quale scrisse un’epistola latina diretta all’Accademia Veneta e già nel 1509
fece richiesta di un privilegio di stampa per pubblicare le sue Regole
grammaticali della volgar lingua (Ancona 1516), la prima grammatica
italiana a stampa, oggetto di numerose ristampe nella prima metà del secolo.
Fu podestà ad Ancona fino alla sua morte avvenuta nel 1517. Bibliografia: Casati 1925-34: III, 84; Renda-Operti 1959: 474; LUI 1968-81: VIII, 181; Benedetti A. 1969; LIE Autori 1982-91: I, 812; Dizionario 1992: 228; Petrilli 1996c: 304-05; Pistilli 1997: XLIX, 257-60; Maraschio 1998a: 328-30; Bonomi 1998c: 17-20; Fortunio 1999: 7-31; Fortunio 2001: IX-LXXIII |