Il grande dittionario italiano et hollandese, come pure hollandese et italiano

1710

 

 

 

Autore

Giron, Moses

Titolo

Il grande dittionario italiano et hollandese, come pure hollandese et italiano

Stampe

Prima edizione:

1710: Il grande dittionario italiano et hollandese, come pure hollandese et italiano, contenente tutti li nomi, verbi & c. ... che ... vengono adoperati dai megliori scrittori. L’italiano va regolato dietro il Vocabolario della Crusca ... Composto, corretto, & accresciuto di una grammatica, da Mose Giron ... Het groot italiaansch en nederduitsch woordenboek. Amsterdam, appresso Pietro Mortier.

 

Biblioteca dell’Accademia della Crusca - Firenze

 

Edizioni  esaminate

1710: prima edizione, Amsterdam, appresso Pietro Mortier.

L’opera e il suo sommario

 

sommario.  [Vol. I:] All’Ill.mo sig.re sig.re e patrone col.mo il sig.re Arnoldo Vander Waeyen  (c. *1r); Aan den edele heer Arendt Vander Waeyen  (c. *1v); De boekverkooper aan den lezer (c. *2r); Il grande dittionario italiano & hollandese. Het groot italiaans en nederduits woorden-boek (pp. 1-1080). [Vol. II:] All’molt’ill.re sig.re sig.re e patrone col.mo il sig.re Gio: Andrea Jager (c. *1r); Aan den heer Jan André Jager (c. *1v); Al lettore (c. *2r); Aan den lezer (c. *2v); Het groot nederduits en italiaans woorden-boek. Il grande dittionario hollandese & italiano (pp. 1-839); Drukfouten [correzioni] (p. 840); Nieuwe italianse spraakkonst. Op een zeer goede order en schikking gebragt [grammatica dell’italiano] (pp. 841-61).

 

l’opera. Il vocabolario si articola in due ampi volumi: primo segnale di un diffuso lemmario.

   Per quanto riguarda le voci dall’olandese, le definizioni in italiano abbondano di sinonimi (“[...] Invocare, chiamar in ajuto”, “[...] lode, commendatione”, “[...] antico, vetusto”, “[...] unitamente, insieme”) o anche solo varianti (“[...] incudine, ancudine”, “[...] elemosina, limosina”).

   Nel lemmario dall’italiano all’olandese si segnala la frequente presenza di modi di dire, locuzioni e derivati (per esempio dopo “abbeverare”: “abbeverar gli assetati”, “abbeverar li cavalli, cameli, il bestiame”, “abbeverar’uno”, “abbeverar’uno con qualche opiato”, “abbeverar’un tantino”, “abbeverar’uno con ciancie, false novelle”). Il participio passato, al solito lemmatizzato, è distinto nella sua funzione verbale e aggettivale (“abbeverato” e “abbeverato, abbeveraticcio”).

   Anche se si dichiara fin dal titolo l’ammirazione per la Crusca e il Veneroni, un primo rapido confronto dei lemmari mostra come Giron riprenda pochi lemmi dalla Crusca del 1691, con una scelta di trascurare intere famiglie di parole (ad esempio per “coadiuvare” o per “faccenda”) difficilmente interpretabile, tanto più che le stesse differenze si ripropongono con il Veneroni. In alcuni casi i lemmi sono registrati con varianti (“fabrica”, “fabricato” e “fabricatore” che hanno <bb> nella Crusca e in Veneroni). Spesso, poi, la tendenza del Giron a riconoscere una voce sotto cui raccogliere i sottolemmi, intesi in senso ampio, determina un ordine alfabetico non trasparente e che ostacola la consultazione. Il Giron tace poi su eventuali altre fonti consultate e dà indicazioni solo nella dedicatoria sul suo modello di lingua, essendosi, dice, servito “di molte lingue, e principalmente della Toscana” (c. *1r). In effetti non manca di fornire varianti fonetiche (“Cordáro, cordaio, cordaruolo”) e toscanismi (“accencire”).

   Il lavoro, che, nonostante l’accortezza tipografica con cui è stampata l’opera, non manca di grafie obsolete (“Absorbere”, “Absente”), è completato da una grammatica dell’italiano, che evidenzia come Giron si rivolgesse soprattutto a studiosi olandesi.

 

Nota bibliografica

Francescato 1963; Francescato 1966: 454.