Stampe
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Prima edizione:
1695: Dictionaire
italien et françois pour l’usage de Monseigneur le Dauphin. Nouvelle dition
reveu, corrigé, et augmenté de quantité de mots ; de phrases ; de
leurs differentes significations ... Par le sr. Veneroni ... A Paris,
chez Estienne Loyson au Palais.
Edizioni e
ristampe :
1724
(settima edizione [?]): Dictionaire
françois, et italien. Dittionario francese, e italiano del signor Giovanni
Veneroni. Arricchito più nobilmente, e da notabili errori con diligenza
ricorretto, ed accresciuto ... Messo in ordine espressamente all’uso de’
signori italiani desiderosi di apprendere la lingua francese, dal signor
Filippo Neretti ... E da lui accresciuto di più frasi, e vocaboli sì di
scienze, come di arti .... In
Venezia, appresso Antonio Bortoli.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca – Firenze
1731 (ottava edizione [?]): Dizionario francese ed italiano del signor
Veneroni ... Contenente quanto ritrovasi ne’ migliori dizionarj, e
particolarmente in quelli dell’Accademia francese, e della Crusca. In Venezia, presso Giovanni Malachini.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca - Firenze
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L’opera e il suo sommario
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vii
edizione - sommario. Preface
(pp. nn.); Dictionaire italien, et françois (pp. 1-714).
l’opera. La storia editoriale del
vocabolario bilingue italiano-francese dell’Oudin si complica con la
comparsa del nome di Veneroni, che sarà indicato come unico autore dal
1695, con un vocabolario del tutto simile all’edizione Oudin-Ferretti del
1663. Rispetto al precedente, si registrano poche aggiunte, perlopiù di
nomi geografici e italiani, ma un cospicuo aumento degli errori
tipografici. Dal 1698 compare anche il nome di Filippo Neretti, che dice di
aver ordinato il vocabolario “all’uso dei Signori italiani”. Corrette dal
Neretti e stampate a Venezia sono le edizioni del 1702, 1703, 1707 (quest'ultima
è in Van Passen 1981, ma Mormile 1993 non la registra), 1709, 1717, 1719,
1720, la nostra del 1724 e quella del 1735: tutte pubblicazioni ispirate all'edizione
veneziana del 1686, in cui comparivano ancora i nomi di Oudin, Laurens
Ferretti e di Louis de Lepine come correttore. L’edizione più corretta
tipograficamente è quella del 1702, mentre le altre sono piene di errori
tipografici e di confusioni ortografiche, con parole registrate in due
forme (“alestare” e “alestire”, “lattuca” e “lattuga”, “legaccia” e
“legaccio”, con la stessa definizione ripetuta) e con v e u, i e j usate senza una regola salda di riferimento. Il lemmario è
comunque arricchito rispetto a quello dell’Oudin grazie allo spoglio del Dictionnaire de l’Académie (1694) e
del bilingue di Pierre Canal del 1598.
Nel frontespizio della nostra copia, di
cui si possiede solo il primo volume (italiano-francese), si avverte che
Filippo Neretti nel riordinare il vocabolario lo ha “accresciuto di più
frasi, e vocaboli sì di Scienze, come di Arti: che saranno segnati con
questo segno *” (come ad esempio “mentire”, “mentito”, “mentoare”,
“menzogne”; o tra le locuzioni “la mercè di Dio” e, per il lessico delle
arti, “nicchia da tre legni”).
viii edizione - sommario. Agli
Amatóri delle Lingue Italiána, e Francése. Lo stampatore (pp. nn.); Dizzionario francese e italiano (pp. 1-464).
l’opera. L’edizione del 1731 è
posseduta dall’Accademia nel solo secondo volume (francese-italiano), non
confrontabile, quindi, per il lemmario con quello della precedente copia.
Si tratta comunque dello stesso vocabolario, che forse risale a una
tradizione parallela e non identica. Questa edizione infatti si dice, nel
frontespizio, copia di quella pubblicata ad Amsterdam nel 1729, perché
considerata più corretta. Si tratta di una vicenda editoriale in cui al
nome del Veneroni si intreccia quello del Ferretti e molta della
fraseologia che viene ad arricchire il dizionario in esame si deve al
lavoro di un revisore anonimo.
Nel frontespizio si citano le opere
dell’Accademia francese e della Crusca come fonti delle aggiunte e si dice che, soddisfacendo la
volontà dell’autore, si segnano tutti gli accenti anche alle parole italiane.
Inoltre si segnano con asterisco le voci poco buone o barbare (“Achoper,
inciampare, intoppare”), con il segno ‘+’ le aggiunte o correzioni
(“Abaisser, Abbassare. v. Abbaisser. Da migliori viene scritto con un b
solo”), con lo stesso segno duplicato le ultime aggiunte.
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