Stampe
|
Prima edizione:
1640:
Amalthea onomastica in qua voces vniversae abstrusiores e latinis,
latino-barbaris ec. thesauris italice interpretantur. Lucae,
de Iudicibus.
Biblioteca Nazionale Centrale
- Firenze
Edizioni e ristampe:
1690
(quinta edizione [?]): Amalthea onomastica; in qua voces vniversae,
abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae … e Latinis, Latino-Graecis,
Latino-Barbaris … excerptae, et Italice interpretatae: cum onomastico
Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viuret, diligenter
recognitum, atque adeo ab ipso tertia parte auctum. Venetiis, apud Paulum Balleonium.
Biblioteca dell’Accademia
della Crusca - Firenze
|
L’opera e il suo sommario
|
sommario. Author lectori candido
(c. nn.); Bibliopola ad lectorem (c. nn.); Authores ex quibus voces
amaltheae depromptae (cc. nn.); Amalthea onomastica (pp. 1-928);
Onomasticum italico-latinum (numerazione nuova: pp. 1-87).
l’opera. Nel 1638 il Laurenzi pubblicò l’Onomasticum come un
“estratto”, senza apparati introduttivi e appendici dell’opera Amalthea,
che qui si esamina, nella quale fu riedito nel 1640. Il titolo “Amalthea” è
scelto dall’autore (come spiega nell’introduzione) non solo perché così si
chiamava la biblioteca di Attico, ma anche per il mitologico corno di
Amaltea, in cui erano frutti e fiori in abbondanza.
L’opera si compone principalmente dell’Amalthea
vera e propria, scritta in latino come gli apparati introduttivi e ordinata
alfabeticamente, e di un Onomasticum di voci dall’italiano al
latino, che è organizzato come lemmario di tipo metodico diviso per settori
e con ordine alfabetico all’interno di ogni settore. In particolare le
sezioni hanno come temi: animali, frutti, mestieri artigianali (però vi si
comprende anche, ad esempio: “Dottor delle cause perse” tradotto “Doctor
proletarius” e “Dottore da pochi soldi, dottoruzzo”), cariche dignitarie,
tipi di navi, pesci, oggetti religiosi, utensili e suppellettili.
Lo scopo dell’opera, dichiarato
dall’autore, è quello di raccogliere un thesaurus di lingua latina e
italiana e di riproporre termini arcaici che possano rinascere. L’elenco
dei citati comprende circa cento titoli di opere a carattere
prevalentemente religioso e giuridico. Per l’italiano l’autore guarda
soprattutto al Felici, al Politi, al Ferrari
e alla Crusca. Le voci
italiane, che compaiono nelle definizioni dell’ “Amalthea” e nel lemmario
dell’ “Onomasticum”, possono essere nuove perché di curiosità soprattutto
scientifica (A. [Amalthea]: “Telescopus [...], Cannocchiale”) o attestate
solo a Seicento inoltrato e quindi tipiche del parlato (O.: “Bubone”); ci
sono parole ormai desuete o d’ambito dialettale (O.: “fignoro”, ovvero
“nicciuolo, ò cicolino”) o rare (O.: “arpicordo”). Sono documentati anche
termini del lucchese (A.: “Abacumli [...], brincoli”), che appartengono
all’uso linguistico del Laurenzi.
Sono frequenti i sintagmi e le locuzioni, che servono a specificare
il significato latino, a registrare impieghi del lemma con i suoi attributi
(O.: “pan bianco”, “pan buffetto”, “pan cernuto”, “pan che cuoce presto”,
“pan col butiro sopra”). Le serie sinonimiche adottate per alcune
definizioni hanno talvolta accostamenti arditi (A.: “Prolivium [...],
Prodigalità, sozzura”).
|