Osservationi nella volgar lingua

1558 1560 1566

 

 

Autore

Dolce, Lodovico

Titolo

 

Osservationi nella volgar lingua

Stampe

Prima edizione:

 

1550: Osservationi nella volgar lingua di m. Lodovico Dolce divise in quattro libri. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari e fratelli.

 

Biblioteca Nazionale Centrale – Firenze

 

Edizioni e ristampe:

 

1552 (seconda edizione): Le osservationi del Dolce da lui stesso in questa seconda editione emendate et ampliate. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli.

 

Biblioteca Riccardiana - Firenze

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

Biblioteca Marucelliana – Firenze

 

1554 (terza edizione): Le osservationi del Dolce. Da lui stesso in questa terza impressione ricorrette, e di piu utile cose accresciute. Con la tavola delle cose, che in esse si contengono. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, et fratelli.

 

1556 (quarta edizione); Le osservationi del Dolce. Dal medesimo ricorrette, et ampliate. In Vinegia, appresso Gariel [i. e.: Gabriel] Giolito de' Ferrari, e fratelli.

 

Biblioteca Nazionale Centrale – Firenze

 

1558 (quinta edizione): I quattro libri delle osservationi di messer Lodovico Dolce. Di novo da lui medesimo ricorrette, et ampliate, con le apostille. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

 

Biblioteca dell'Accademia della Crusca  - Firenze

Biblioteca Medicea Laurenziana  - Firenze

 

1560 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo da lui medesimo ricoretti [i. e.: ricorretti], et ampliati, con le apostille. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

 

Biblioteca dell'Accademia della Crusca  - Firenze

Biblioteca Nazionale Centrale  - Firenze

 

1561 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di messer Lodovico Dolce. Di novo da lui medesimo ricorrette et ampliate con le apostille. In Pesaro, appresso gli heredi di Bartolomeo Cesano, & Guid'Ubaldo Bicillo da Urbino compagni.

 

1564 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo da lui medesimo ricoretti [i. e.: ricorretti] et ampliati, con le apostille. In Bologna.

 

1562 (settima edizione): I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo da lui medesimo ricorrette, & ampliate, & con le postille. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

 

Biblioteca Nazionale Centrale  - Firenze

 

1566 (settima edizione): Delle osservationi di m. Lodovico Dolce libri IIII. Di nuovo da lui medesimo ricorrette, & ampliate, & con le postille. In Vinegia, appresso Domenico Farri

 

Biblioteca dell'Accademia della Crusca  - Firenze

Biblioteca Nazionale Centrale  - Firenze

Biblioteca Marucelliana  - Firenze

Biblioteca di Lettere e Filosofia  - Firenze

 

1568 (settima edizione): Delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Libri IIII. Di nuovo da lui medesimo in questa settima edizione ricorrette, et ampliate, et con le postille. In Vinegia, appresso Domenico Farri.

 

1562: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo da lui medesimo ricorrette, & ampliate, e con le postille. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

 

Biblioteca provinciale dei Cappuccini - Firenze

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

 

1563 (ottava edizione): I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

 

Biblioteca del Seminario arcivescovile maggiore  - Firenze

Biblioteca Riccardiana  - Firenze

 

1573: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo ristampate, et con somma diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli; l'altra delle voci, & come si deono usare nello scrivere. In Vinegia, appresso Domenico Farri.

 

Biblioteca Boffito, Collegio Alla Querce – Firenze

 

1575: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate, et con somma diligenza corrette. In Vinegia, presso Altobello Salicato.

 

Biblioteca del Seminario arcivescovile maggiore  - Firenze

 

1579: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate et con somma diligenza corrette. Con le postille et due tavole; una de' capitoli, l'altra delle voci, et come si devono usare nello scrivere. In Vinegia, appresso Domenico Farri.

 

1580: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce; di nuovo ristampate, et con somma diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli, & l'altra delle voci; & come si deono usare nello scrivere. In Vinegia, presso Altobello Salicato.

 

1585: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo ristampate et con somma diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli, & l'altra delle voci; & come si deono usare nello scrivere. In Vinegia, presso Altobello Salicato, alla libraria della Fortezza.

 

Biblioteca Nazionale Centrale  - Firenze

 

1588: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate, et con diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli, & l'altra delle voci; & come si deono usare nello scrivere. In Venetia, appresso Pietro Marinelli.

 

Biblioteca Marucelliana  - Firenze

 

1597: Nuove osservationi della lingua volgare co i modi, et ornamenti del dire parole piu scelte, et eleganti. Di m. Lodovico Dolce. Alle quali vi sono aggiunti i piu belli artificij usati dall'Ariosto nel suo poema. In Venetia, appresso gli heredi di Marchiò Sessa.

 

Biblioteca del Seminario arcivescovile maggiore  - Firenze

 

1597: I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate, et con somma diligenza corrette. Con le postille, et due tavole: una de' capitoli, l'altra delle voci, et come si devono usare nello scrivere. In Venetia, presso Marc'Antonio Bonibelli.

 

Biblioteca Riccardiana  - Firenze

 

1606: I quattro libri delle osservationi, di M. Lodovico Dolce. Venetia, L. Spineda.

 

1643: in Degli autori del ben parlare per secolari, e religiosi opere diuerse. Intorno 1. Alla favella nobile d'Italia. 2. Al barbarismo, e solecismo, tropi, figure, & altre virtù e vitii del parlare. 3. Agli stili, & eloquenza. 4. Alla retorica. 5. All'eloquenza ecclesiastica. Venetia, Giuseppe degli Aromatari.

Edizioni esaminate

1558 (quinta edizione):  in Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

1560 (sesta edizione): in Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.

1566 (settima edizione): in Vinegia, appresso Domenico Farri.

Sommario e contenuto dell'opera

SOMMARIO (La numerazione delle pagine si riferisce all’ed. 1558 se non è diversamente indicato).

 

Al magnifico e valoroso signore, il S. Urbano Fiesco nobile genovese (solo nelle edd. 1558, 1560) (pp. 3-5) [Nell'edizione del 1558 l'autore ricorda il successo dell'opera, più volte ristampata, ma si rammarica ‘di certi ignoranti e maligni, più attenti a riprender le opere altrui, che a scriver cosa degna di laude’. L'opera è dedicata a Urbano Fiesco anche nell'edizione del 1560, ma in quella dedicatoria non si fa cenno ai detrattori. Nell'edizione del 1566 l'opera è dedicata ad 'Hercole Faleti’: l'opera è stata più volte ristampata ed è giunta nel giro di pochi anni alla settima edizione]; Tavola dei capi che in queste osservationi si contengono (pp. 6-8) [Indice generale]; Tavola di tutte le cose, che in questi quattro libri delle osservationi si contengono (pp. 9-12) [Indice analitico]; All'honorato e nobile M. Gabriello Giolito de' Ferrari. Lodovico Dolce (pp. 13-16) (solo nell’edd. 1568, 1560) [È una sorta di prefazione, indirizzata all'editore. Il Dolce, dopo aver citato come illustri suoi predecessori il Fortunio e il Bembo, dalle cui opere tuttavia la sua si differenzierà per struttura e destinatari, dichiara il suo intento e presenta la struttura generale dell'opera. Se pure l'impresa non riuscisse al meglio, basti l'esempio che egli avrà dato a coloro che dopo di lui intenderanno ‘caminare verso il colle della Thoscana eloquenza’]; Se la volgar lingua si dee chiamare italiana, o thoscana (pp. 17-22) [Discorso premesso, in tutte le edizioni, alla trattazione vera e propria. La lingua usata da Petrarca e Boccaccio è toscana, il termine ‘italiana’ sarebbe troppo generale. Se proprio si volesse darle un nome generale ma significativo, essa dovrebbe chiamarsi ‘volgare’; le Osservationi hanno come oggetto, dunque, la lingua volgare toscana. Nella parte conclusiva Dolce cita alcuni buoni autori non toscani e difende dai giudizi negativi il Bembo e l'Ariosto];

Libro primo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel quale si tratta delle Regole della Volgar Grammatica (pp. 23-126) [Definizione della grammatica (‘Arte di parlare e di scriver bene’) e dei suoi oggetti di studio (‘lettera’, ‘sillaba’, ‘parola’ e ‘parlamento’), schematicamente illustrati. Otto sono le parti del discorso (‘nome e verbo, pronome, participio, avverbio, preposizione, intergettione, e congiuntione’); dell'articolo e delle preposizioni articolate (‘de gli articoli , e di que segni, che ai nomi in vece che di casi si danno’) l'autore tratta nelle pagine dedicate al nome. I nomi possono essere ‘generali’ (comuni) o ‘particolari’ (propri), sostantivi o aggettivi, di due ‘specie’ (‘principale’ o ‘derivata’) e di tre ‘figure’ (‘semplice’, ‘composta’ e ‘ricomposta’). I pronomi sono distinti in ‘principali’ (personali, dimostrativi e relativi) e ‘derivati’ (possessivi). ‘Egli’ (‘ei’, ‘e' ‘, sia per il singolare che per il plurale), ‘ello’, ‘eglino’, ‘ellino’ e ‘ella’, ‘elle’, ‘elleno’, sono i pronomi personali di terza persona nel ‘caso retto’; solo nei casi obliqui e nel terzo caso si usano ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’. ‘Lui’ e ‘lei’ si possono usare talvolta in caso retto, quando sostituiscono ‘colui’, ‘colei’ e sono seguiti dal pronome relativo ‘che’. I verbi hanno due ‘maniere’ (coniugazioni); due ‘generi’ (‘operativo’ e ‘di cosa operata’); cinque modi (‘dimostrativo’, imperativo, ‘desiderativo’, congiuntivo e infinito); cinque tempi (presente, passato, imperfetto, ‘piuche passato’, ‘avvenire’); tre persone; due numeri. I participi sono di tre tipi: uno deriva dalla forma operativa (participio presente), gli altri due dalla forma della cosa operata (participio passato e forme di gerundivo). La prima persona dell'imperfetto è in ‘-a’. Sono segnalati alcuni verbi ‘irregolati’; di alcuni modi (l'infinito, il gerundio, participio presente) si dà la regola di formazione. Gli avverbi significano tempo, qualità e luogo; viene descritto l'uso di ‘vi’ e ‘ci’ ‘in vece di avverbi locativi’. Anche le preposizioni hanno figure, semplice (come, ‘a’, ‘di’, ecc.) e composta (‘accanto’, ‘allato’, ecc.). Le interiezioni hanno significato di gioia, di riso, di meraviglia, di dolore e di spavento. Le congiunzioni hanno figura e significato; la figura può essere semplice (come ‘avvegna’), composta (come ‘avvegna che’) e ricomposta (come ‘avvegnadio’). I significati sono: ‘per accoppiare’, ‘per continuare’, ‘per distinguere’, ‘per contraddire’, ‘per eleggere ‘ e ‘per diminuire’. La trattazione in forma sistematica delle parti del discorso, è seguita da alcune annotazioni sull'accordo fra nome (con funzione di soggetto) e verbo, fra nome e aggettivo, articolo e pronome relativo; si accenna alla necessità dell'uso del congiuntivo in ‘alcuni modi di dire’, all'uso della congiunzione ‘che’, alla possibilità dell'infinito sostantivato, all'uso del ‘Voi’ e delle ‘Signorie’. Segue una sezione (‘Voci usate diversamente’) in cui vengono riportati ed illustrati esempi di varianti  di parole e relativi fenomeni di vocalismo e consonantismo. Chiude il primo libro, infine, il capitolo ‘Delle figure’, dedicato a ‘modi e forme di ragionare che adornano i componimenti’]; Libro secondo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel quale si tratta della Ortografia, cioè del modo di correttamente scrivere (pp. 127-156) [Definizione di ortografia (‘modo di regolatamente scrivere le parole’), materia non di per sé difficile da trattare, ma resa complicata dalle recenti proposte di innovazione. Vengono esposte le ragioni generali del raddoppiamento consonantico; si affrontano questioni relative all'evoluzione della ‘-x-’ in ‘-ss-’, di ‘-ti-’ in ‘-z-’, all'uso della lettera ‘h’ (da adottare, secondo l'autore, quando è etimologica e distintiva) e agli esiti (assimilazione o riduzione) di alcuni nessi consonantici latini. Casi di raddoppiamento consonantico nei nomi sono elencati lettera per lettera; casi di raddoppiamento nelle voci verbali ‘composte’ sono esaminati in base al tipo di preposizione o prefisso che in esse compaiono]; Libro terzo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel quale si tratta del modo di puntare (pp. 157-186) [Utilità della punteggiatura; meriti per l'introduzione di essa sono riconosciuti a Aldo Manuzio, Andrea Navagero e Pietro Bembo. Sono descritte l'accentazione e la punteggiatura della lingua volgare toscana. Gli accenti sono grave, acuto e ‘rivolto’ (apostrofo). Viene illustrato brevemente l'uso della punteggiatura negli antichi e messo in relazione con la definizione del periodo (‘tutto quel giro, e comprendimento di parole […] che abbraccia e contiene alcun de' pensieri, che spiegare intendiamo, pienamente’). Seguono le regole per il corretto uso della virgola (‘coma’), del punto e virgola (‘punto coma’), del punto fermo, dei due punti, delle parentesi e del punto interrogativo]; Libro quarto, et ultimo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel quale si tratta della Volgar Poesia, e del modo, et ordine del comporre diverse maniere di Rime (pp. 187-240) [La ‘poetica’ è ‘imitatione’, il poeta deve ‘imitar le attioni degli huomini’ e ‘sotto leggiadri veli di morali e utili inventioni dilettar l'animo di chi legge’. Dopo un breve excursus storico, vengono esposti i rudimenti della metrica: le rime, le forme dei componimenti, i tipi di verso. In particolare vengono descritti e illustrati con esempi, il sonetto, la canzone, la distesa, il madrigale, la ballata, la sestina, il terzetto, l'ottava rima e i versi sciolti. Poeti citati: Petrarca, Trissino, Tasso, Giraldi, Alamanni, Muzio e infine Ariosto].

Apporto generale dell'opera

Obiettivo dell'autore e tipo di grammatica: L'autore si propone di fornire ai principianti uno strumento per scrivere correttamente nella lingua volgare. Egli intende trattare la grammatica della lingua volgare come gli antichi grammatici trattarono quella latina. Le Osservationi sono una grammatica descrittiva e normativa: la lingua descritta è quella degli autori del Trecento e di alcuni contemporanei, anche non toscani; di essa vengono date le regole della morfologia, dell'ortografia e della punteggiatura. La struttura dell'opera è concepita per la consultazione: ha indici dettagliati, partizione in capitoli e paragrafi, postille.

 

Interessi specifici: Dolce si preoccupa di segnalare la non conformità della sua classificazione delle parti del discorso (sono otto e l'aggettivo è considerato una sottoclasse del nome) con la partizione prospettata dal Fortunio. La sua attività editoriale, e probabilmente il modello costituito dal secondo libro delle Regole del Fortunio, lo inducono a essere particolarmente interessato alle questioni ortografiche (si sofferma in particolar modo sui fenomeni relativi al raddoppiamento consonantico) e alla punteggiatura.

 

-          Innovazioni terminologiche: La terminologia è quella tradizionale, di origine latina; di molti dei termini e delle espressioni usati per indicare modi, tempi verbali e alcune parti del discorso, l'autore ricostruisce il rapporto con la funzione grammaticale (es.: 'Entrano anco alle volte nella Lingua  Thoscana alcune voci; le quali, perche hanno parte dal Nome e dal Verbo, sono Partecipj chiamate', p. 81).

 

-          Corpus di esempi: gli esempi sono tratti dalle opere di Petrarca e Boccaccio soprattutto, ma anche di Dante, Ariosto e alcuni autori ‘moderni’ (Bembo, Aretino, Sannazzaro). Non contengono mai il rimando all'opera da cui sono stati tratti.

 

Interesse generale:
-          Influenza subita: modelli, la cui autorità è ampiamente riconosciuta dal Dolce, sono certamente le trattazioni grammaticali di Fortunio e Bembo; nella parte delle Osservationi dedicata alla poesia e alla metrica, si avverte l'influenza esercitata dalla grammatica di Rinaldo Corso.

 

-          Influenza esercitata: pur essendo una grammatica più volte riedita e ristampata nel Cinquecento, non è citata da grammatici italiani; ha costituito, invece, talvolta, un modello per la stesura di grammatiche straniere (cfr. Carreras Goicoechea 1996). Orazio Lombardelli (1598: 47-48) cita l'opera tra le principali opere grammaticali del XVI secolo e scrive: ‘Il Dolce nella sua Gramatica può dare una facile introduzzione, e comoda assai per li principianti’; ancora il Lombardelli nel suo libro Arte di puntar gli scritti (1585: 25), cita il Dolce fra coloro che si sono occupati della punteggiatura ‘ma più però accennando, che apertamente spiegando ciò che intendessero’. Duro il giudizio del Ruscelli, che nel suo Discorso ‘all'Osservationi della lingua volgare’ (1553: 48) ritiene che la grammatica del Dolce sia in pratica una traduzione da Donato nella struttura e, per quanto riguarda i contenuti, una raccolta delle cose scritte da Bembo, Fortunio, Alunno, Liburnio, Gabriele e soprattutto Corso.

Nota bibliografica

Ruscelli 1553: 45-82; Lombardelli 1585: 25; Lombardelli 1598: 47-48; Trabalza 1908: 127-130; Masini 1961; Scaglione 1970: 121; Quondam 1978: 569, 571, 580, 589-592; Padley 1988: ad indicem; Poggi Salani 1988: 777-778; Trovato 1991: 232-235; Trovato 1994: 75; Carreras Goicoechea 1996; Terpening 1997; Bonomi 1998c: 34; Bonomi-Maraschio 1998; Poggiogalli 1999: ad indicem.