Amalthea Onomastica

1690

 

 

 

Autore

Laurenzi, Giuseppe

Titolo

Amalthea Onomastica

Stampe

Prima edizione:

1640: Amalthea onomastica in qua voces vniversae abstrusiores e latinis, latino-barbaris ec. thesauris italice interpretantur. Lucae, de Iudicibus.

 

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

 

Edizioni e ristampe:

 

1690 (quinta edizione [?]): Amalthea onomastica; in qua voces vniversae, abstrusiores, sacrae, profanae, antiquae … e Latinis, Latino-Graecis, Latino-Barbaris … excerptae, et Italice interpretatae: cum onomastico Italico-Latino, ad calcem addito. Opus ab auctore dum viuret, diligenter recognitum, atque adeo ab ipso tertia parte auctum. Venetiis, apud Paulum Balleonium.

 

Biblioteca dell’Accademia della Crusca - Firenze

 

Edizioni  esaminate

1690: quinta edizione [?], Venetiis, apud Paulum Balleonium.

L’opera e il suo sommario

 

sommario. Author lectori candido (c. nn.); Bibliopola ad lectorem (c. nn.); Authores ex quibus voces amaltheae depromptae (cc. nn.); Amalthea onomastica (pp. 1-928); Onomasticum italico-latinum (numerazione nuova: pp. 1-87).

 

l’opera. Nel 1638 il Laurenzi pubblicò l’Onomasticum come un “estratto”, senza apparati introduttivi e appendici dell’opera Amalthea, che qui si esamina, nella quale fu riedito nel 1640. Il titolo “Amalthea” è scelto dall’autore (come spiega nell’introduzione) non solo perché così si chiamava la biblioteca di Attico, ma anche per il mitologico corno di Amaltea, in cui erano frutti e fiori in abbondanza.

   L’opera si compone principalmente dell’Amalthea vera e propria, scritta in latino come gli apparati introduttivi e ordinata alfabeticamente, e di un Onomasticum di voci dall’italiano al latino, che è organizzato come lemmario di tipo metodico diviso per settori e con ordine alfabetico all’interno di ogni settore. In particolare le sezioni hanno come temi: animali, frutti, mestieri artigianali (però vi si comprende anche, ad esempio: “Dottor delle cause perse” tradotto “Doctor proletarius” e “Dottore da pochi soldi, dottoruzzo”), cariche dignitarie, tipi di navi, pesci, oggetti religiosi, utensili e suppellettili.

   Lo scopo dell’opera, dichiarato dall’autore, è quello di raccogliere un thesaurus di lingua latina e italiana e di riproporre termini arcaici che possano rinascere. L’elenco dei citati comprende circa cento titoli di opere a carattere prevalentemente religioso e giuridico. Per l’italiano l’autore guarda soprattutto al Felici, al Politi, al Ferrari e alla Crusca. Le voci italiane, che compaiono nelle definizioni dell’ “Amalthea” e nel lemmario dell’ “Onomasticum”, possono essere nuove perché di curiosità soprattutto scientifica (A. [Amalthea]: “Telescopus [...], Cannocchiale”) o attestate solo a Seicento inoltrato e quindi tipiche del parlato (O.: “Bubone”); ci sono parole ormai desuete o d’ambito dialettale (O.: “fignoro”, ovvero “nicciuolo, ò cicolino”) o rare (O.: “arpicordo”). Sono documentati anche termini del lucchese (A.: “Abacumli [...], brincoli”), che appartengono all’uso linguistico del Laurenzi.

   Sono frequenti i sintagmi  e le locuzioni, che servono a specificare il significato latino, a registrare impieghi del lemma con i suoi attributi (O.: “pan bianco”, “pan buffetto”, “pan cernuto”, “pan che cuoce presto”, “pan col butiro sopra”). Le serie sinonimiche adottate per alcune definizioni hanno talvolta accostamenti arditi (A.: “Prolivium [...], Prodigalità, sozzura”).

 

Nota bibliografica

D’Innocenzo 1966-67: passim.