L’opera e il suo sommario
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sommario. Allo
illustriss. et eccellentiss. sig. il sig. Donno Alphonso secondo, V. Duca
di Ferrara (cc. nn.); Della copia delle parole. Parte prima. Sostanza [che
comprende:] il genere, la specie, gli individui, il proprio, la differenza,
il tutto, et le parti, la materia, la forma, la diffinizione, li
coniugati, gli adiacenti, atti, causa, il fine, gli effetti, del luogo del
tempo et de connessi, li contingenti, i nomi, li pronuntiati,
comparatione, lo essempio, la similitudine, la dissimilitudine, li
congiugati, la causa (cc. 1r-15r); Quantità (cc. 15v-18v); Relativi (cc.
18v-21v); Qualità (cc. 22r-26r); Attione (cc. 26r-28v); Passione (cc.
28v-30v); Luogo (cc. 30v-33r); Tempo (33r-34v); Del Sito (cc. 34v-36v);
Havere, o Habito (cc. 36v-38v). La discrittione quale sia, et da che
luoghi si tragga (cc. 39r-40v); Copia di parole d’un medesimo significato
tolte dalla seconda parte, & per ordine poste (cc. 41r-96v); Epitheti
de nomi, verbi et adverbi, tratti dalla seconda parte, & per ordine
scritti (cc. 96v-187r). Della copia delle parole. Parte seconda (con
numerazione nuova: cc. 2r-321v).
l’opera. Il vocabolario del
veneziano Giovanni Marinello si ispira largamente ad alcuni lavori
lessicografici precedenti, come avviene spesso nel Cinquecento per questo
tipo di pubblicazioni. Le sue caratteristiche più originali sono nel
tentativo di proporre un’alternativa all’organizzazione alfabetica del
lemmario, come l’Alunno con la Fabrica
del mondo, e in una spiccata attenzione retorica. Quest’ultima
peculiarità è già visibile nell’indice, che mostra una divisione per
categorie di astratti: si consideri il capitolo della “sostanza” e i suoi
paragrafi, eloquenti in questo senso.
L’interesse per la retorica detta anche
la cura per la sinonimia - con la quale si offrono diverse possibilità di variatio
- e per le possibilità combinatorie delle parole, con attenzione prestata
agli epiteti e agli inserimenti in locuzioni (“Allegrezza. Pieno, ripieno essere. Tutto pieno di
lagrime. Incomparabile (d’). Mirabile. Grande. Sopraprendere. Porgere.
Prendere. Havere. Allegro. Fare. Essere”).
L’opera è distinta, anche
tipograficamente, in due parti: un vocabolario metodico, ovvero con una
classificazione per categorie (cc. 1r-40v), e una seconda parte organizzata
con un tradizionale ordine alfabetico. In realtà questa seconda sezione è
divisa ulteriormente in tre sottogruppi in quanto è preceduta da: una sorta
di vocabolario dei sinonimi (“a questa parte ho io aggiunta una assai
spatiosa, & utile selva di parole dette da Greci sinonime, & poste
ordinatamente”, c. *3r); un catalogo di epiteti, verbi, avverbi e locuzioni
avverbiali o aggettivali, aggettivi, come annunciato nel sommario, con
notevole attenzione dunque all’aspetto sintattico della costruzione (“Abbracciare.
Strettamente. Più volte. Con piacere grandissimo. Prestamente. Insieme.
Affettuosamente. Teneramente. Senza altro invito aspettare. Stretto”). Il
lemmario propriamente detto si dice costruito con esempi dalle sole novelle
di Boccaccio: pur non essendo dichiarato un riconoscimento a questo autore
come unico principio di autorità, si notano significative assenze di lemmi
danteschi (“immiarsi”, “allumare”) che compaiono, invece, nel Dittionario del Marinello stesso (1565). Le
definizioni sono spesso lunghe e corredate di indicazioni su eventuali
derivazioni (“carolare è
coniugato di carola […]”, “carnale è coniugato di carne […]”)
o tentativi di ricostruzione etimologica (“balia. deriva da baiulo, che significa portare, però la
nutrice è chiamata balia, come portatrice de fanciulli. Secondo
l’ammaestramento della savia balia fece. G. 2. N. 8.”).
La distribuzione del materiale
lessicografico giustifica le definizioni di “dizionario metodico e di
sinonimi” (Morandi 1908: 142) o di “vocabolario retorico” (Messi 1943: 617)
che all’opera sono state attribuite in diverse occasioni.
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